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Massimo Viretti nasce a Torino nel 1955.
Vive e lavora a Giaveno (TO)
In Borgata Baronera 14
e-mail: massimo.viretti@libero.it
Cell 3317133151
Mostre Personali
2000 Sala delle Arti "Dipinti recenti", Città di Collegno (TO)
2001 Galleria Sommeiller, Pinerolo (TO)
2002 Sala Paschetto "Ombre e rilievi", Torre Pellice (TO)
2004 Studio Laboratorio di Anna Virando, "Stratificazioni", Torino
2008 Sala Mostre "Sovraimpressioni", Comune di Novara (TO)
2015 “Segno e Materia” Galleria Mutabilis – Torino
2020 “Frammenti di Nero” Galleria Mutabilis – Torino
Opere in mostra permanente
n. 1 presso il comune di Piscina (TO)
n. 1 presso la casa circondariale di Terni (vincitore di Concorso)
n. 1 presso il Comune di Macello
n. 3 presso il Tribunale di Asti (vincitore Concorso)
Collettive
Palazzo Cova Adaglio, Casale Monferrato
Antologia dell'incisione Piemontese Ass. Culturale "Porti di Magni", Isola di San Rocco al Ponte delle Ripe, Mondovì (CN)
Piscina Arte Aperta, Piscina (TO)
Riproposte "Piscina Arte Aperta"
"Peperoni", Palazzo Lomellini, Carmagnola
"Notti di luna, obscura iam luce", Castello di Moncucco Torinese (AT)
"Francobollo per la Pace", Associazione Dante Selva, S. Ambrogio
"Incontri", Chiesa di San Pietro, Pianezza (TO)
"Opere al muro", Associazione Sviluppo Murazzi (TO)
"Incontri", Città di Macello (TO)
"Artisti per porto Seguro", Circolo Ufficiali, Corso Vinzaglio 6, Torino
"Arte senza tempo", 4^ Biennale Progetto Firpo, ex fabbrica "Baratta", Alessandria
II° Mostra itinerante arte contemporanea, "Viaggio Apparente"
"7° Premio Città di Novara"
"Logico Ecologico", dialettica ambientale tra 7 artisti Galleria Mutabilis - Torino
"Cose d' artista", il Dado arredamenti, Torino
"Chiaro- Scuro- Flash", Palazzo Opesso, Chieri
“Internazionale Italia Arte”, Villa Gualino, Torino (2010)
“Internazionale Italia Arte”, Villa Gualino, Torino (2011)
“Arte in vetrina” Borgo Campidoglio - Torino
“mostra internazionale Italia arte 2010
“ARTE E CULTURA A BENE VAGIENNA «Scultura e Pittura a confronto» -
“Palazzo Lucerna di Rorà già Oreglia di Novello
“as.so.nàn.ze” Galleria Mutabilis - Torino
“Un diverso discorso” Piscina arte aperta – Piscina (TO)
Libri d' Artista
Rassegna internazionale itinerante di Libri d' Artista organizzata da Studio Laboratorio di Anna Virando:
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Studio Laboratorio- Torino
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CE.PA.M Centro Pavesiano Museo Casa Natale- Santo Stefano Belbo (CN)
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Assoc. Cult.le "Porti di Magnin"- "Isola di S. Rocco" Al Ponte delle Ripe- Mondovì Breo (CN)
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Festival Letterario "Chiaroscuro"- Biblioteca Astense- Asti
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14è Salon du Livre- Hermillion (Francia)
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"Libri d' Artista in ri- vista"- in collab. con rivista "Offerta Speciale"- Bibl. Civ. Geisser- Torino
indicazioni di lettura.
Massimo Viretti appartiene con tutta evidenza all’area dell’informale, che ha mantenuto
la sua vivacità ben oltre i limiti cronistici.
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Le superfici sulle quali opera sono povere, spesso carte da spolvero, eventualmente rinforzate ma non nobilitate.
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I materiali e le combinazioni sono irrituali: l’olio di lino con l’olio di macchina bruciato che stenta ad essiccare ed ha una capacità di espansione espressiva, gli smalti con il bitume, la gommalacca con gli impregnanti da legno, e poi le carte di specie differenti, impiallacciature e legnetti sottratti alla loro normale funzione……….
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Le maniere dell’elaborazione sono molteplici, guidate meno da un progetto che da un destino, cioè da un interna necessità e dalle ragioni di una dialettica fra le materie e l’artista, impegnato ad innescare processi piuttosto che a concluderli, che si riconosce responsabile di una formatività e non di una forma.
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Una precisazione però: non c’è processo che possa mantenersi o svilupparsi senza un ordine, al di fuori di una struttura di organizzazione. Ce lo hanno insegnato fattivamente i grandi action painters degli anni ‘40/50, oltre che i teorici dell’entropia.
Ecco, allora, le geometrie rispetto alle quali agisce la materia e il gesto. Che Viretti ben
conosce. Nei suoi lavori la pulsazione si articola secondo andamenti ritmici misurati
sulla naturalezza del gesto, del respiro, insomma del corpo agente non meno che sulle
ragioni della materia agìta.
Una funzione strutturante non secondaria ha la materia cromatica, appositamente limitata nelle sue varianti (quasi solo bianco, nero , rosso, ocra ) che definisce superfici,
estensioni, spessori del corpo pittorico, cioè il territorio con le sue principali
articolazioni; peraltro la compattezza satura del corpo viene graffiata, ferita da accidenti
di varia natura che ne rivelano la struttura discontinua, ma , ancora ,ordinata.
Analogamente, per certi aspetti, funziona la carta:non solo la superficie cartacia di base, ma i frammenti ritagliati o strappati che vi si giustappongono. Del resto, la carta, questa funzione insieme destrutturate e strutturante ha assolto almeno dall’inizio del secolo con il cubo/futurismo,in altra direzione con il dada/surrealismo, e successivamente negli sviluppi dell’action painting, nel neo-dada ecc. (e con ciò mi limito a quelle esperienze che hanno tenuto insieme l’immagine, escludendo o almeno non privilegiando la scrittura).
Se poi nei collages – ma sono a volte vere e proprie modellazioni - compare la scrittura
stampata o agìta direttamente, essa introduce una microstruttura che articola
ulteriormente la macrostruttura del campo.
A volte è il campo stesso che si divide in dittici e polittici, oppure si definisce per
somma di varianti quantitativamente omogenee.
L’unità dell’opera complessiva non consiste tanto in una dichiarata coerenza di stile,
quanto nella persistenza del tema materiale e nell’energia stessa.
Perciò la luce è un tema costante e prioritario nella pittura di Viretti, una luce che parte
da lontano e filtra attraverso sipari interposti facendo corpo con le materie interessate.
E’ la luce – le sue quantità, specie, articolazioni – a costruire lo spazio illusorio, che, dal
campo dove si depositano le materie e i gesti, dilaga riattizzando le materie e i gesti.
Anche questo permette e Massimo di costruire l’immagine, di architettarla pur essendo il suo lessico di eredità informale, e di restare peraltro rigorosamente fuori dalla
rappresentazione,anche solo evocative, di figure antropomorfe. Questo dev’essere pur
detto, in quanto il cosiddetto “ informale “ italiano ha due forti tentazioni, forse solo
apparentemente opposte: quella di tornare alla figura imitativa per via di estremo
pittoricismo e quella di abbandonarsi alla traccia fisiologica.
Viretti, invece, ci induce a transitare dentro/attraverso spazi allusi, guida invitante la
luce.
La figura è proprio lo spazio, anzi i percorsi che ne sperimentano la consistenza, la
densità, la profondità.
Pino Mantovani
Segno – macchia – impronta
Luogo di passaggio – stratificazioni –
Gesto ….. e poi segno e carta –
Carta che aggetta
Lucido opaco in contrapposizione o in confronto.
……..E poi – nero che lascia traccia
che sfrangia – quasi a figura –
e il bianco stenta ad affacciarsi
e groviglio – pregnante di umori – dittico –
rottura della centralità – squilibrio voluto – in esplosione- il tutto appeso – in tensione-
come misteriosa apparizione
in drammatiche e movimentate stratificazioni.
E poi…….segni – graffi – colature a indicare il percorso creativo – la costruzione ( momento risolutore)
Intorno a una questione pittorica che dura nel tempo, verso la pittura.